La ruralità di un territorio è data non solo dalla sua vocazione agricola, ma anche e soprattutto da una serie di fattori storici, culturali ed antropologici.
Tali elementi trovano sintesi in alcuni manufatti artistici che adornano l'abbigliamento femminile e la biancheria domestica. L'ideazione e la creazione di Ricami, Merletti e Centrini da sempre contraddistingue il gusto e la manualità delle massaie del nostro territorio: vere e proprie opere d'arte dell'artigianato tipico locale, prodotte non in serie, che sono collegate a festività e ricorrenze.
Al fine di salvaguardare e promuovere le tradizioni culturali, artistiche e popolari del nostro territorio, il
GAL DaunOfantino si è fatto promotore di numerosi interventi riguardanti l'artigianato tipico.
In questo percorso si inserisce di diritto Ricami, Merletti e Centrini, luminosa vetrina su un'arte manuale di estremo fascino, allestita in collaborazione con l'Associazione Artigiani organizzatrice del concorso Stil Daunia Moda.
Tale iniziativa mira a consolidare il senso di appartenenza ad una terra ricca di risorse uniche che siamo tenuti a salvaguardare.
L'auspicio è che l'iniziativa contribuisca a tramandare ai giovani del nostro territorio questa tradizione popolare fatta di vera arte della mano.
Luca D'ERRICO
Presidente GAL DaunOfantino
Il ricamo è quell’arte che si esegue con l’ago, l’uncinetto, i fuselli, intrecciando, annodando, cucendo fili di lino, di lana, di cotone, di seta, d’oro, di argento. Una attività delicata, raffinata, creativa, non priva tuttavia di laborioso impegno, i cui risultati, merletti, trine, pizzi, centrini sono opere preziose destinate ad impreziosire abiti, biancheria, tessuti, ad ornare la stessa mobilia.
La sua diffusione in occidente la si fa risalire alla fine del Quattrocento. Rinomati sono i ricami di Burano, di Fiandra, di Palestrina. Depositarie di una tecnica di lavoro rimasta pressoché intatta nel tempo, sono essenzialmente le donne. Quelle cosiddette “di casa” che, fino a quando non si è andata affermando la loro emancipazione, erano la gran parte del gentil sesso.
A Manfredonia ma anche nel vasto territorio dauno, l’arte del ricamo ha trovato terreno fertile ed operatrici ispirate. Manfredonia – ricorda Giuseppe Antonio Gentile nel sul volume Arti e mestieri a Manfredonia – vanta prestigiose scuole: quella tenuta da Isabella De Florio fondata nel 1592 a rimasta attiva fino al 1927, e quella dell’Orfanotrofio delle suore della Stella Maris. Le frequentavano fanciulle di famiglie patrizie e di ricchi commercianti ma anche ragazze del popolo. Con la formazione morale e spirituale si insegnava l’arte di maneggiare gli attrezzi da ricamo, ad eseguire il ricamo a riporto, sfilato, il punto erba, inglese, passato, rasato, pieno, a croce, a catenella, steso, l’orlo a giorno, trapunto, serrato, a tombolo e così via. Numerose erano anche le scuole private.
Ancora fino a qualche decennio orsono, le ragazze erano avviate pressoché invariabilmente all’attività del ricamo abbinata o in alternativa a quella del cucito. L’obiettivo primo era quello di adornare il proprio corredo matrimoniale con ricami personalizzati. Le ricamatrici costituivano una categoria assai apprezzata. Poi le cose hanno avuto una evoluzione diversa. Le ragazze impegnate negli studi ed in altre attività connesse alle tecnologie moderne.
Il ricamo è andato via via perdendo le sue ancelle, ridotto ad attività domestica considerata sempre più come una forma di espressione d’arte. Non è però venuto meno il gusto per quei lavori leggiadri e armoniosi eseguiti con accurata perizia. In mancanza di ricamatrici hanno sopperito, o tentato di farlo, le macchine a imitare i ricami artigianali. Un abisso separa i prodotti di serie da quelli artigianali. Ce ne sono in giro anche di plastica.
I ricami eseguiti a mano sono, è evidente, tutt’altra cosa. Tant’è che si assiste ad un ritorno al passato: la pratica del ricamo è tornata ad essere oggetto di insegnamento nelle scuole, presso talune associazioni di volontariato, gli istituti delle suore, private ricamatrici.
Le ricamatrici di oggi sono donne ormai avanti negli anni ma ostinatamente attive, orgogliose operatrici di un’arte manuale unica e intensa espressione alta dell’ ingegno.
La rassegna organizzata dall’Associazione artigiani di Manfredonia e dal Gal DaunOfantino con il patrocinio del Comune di Manfredonia, nell’ambito di Stil Daunia Moda, ne offrirà una panoramica assai appassionante e affascinante. Nell’Auditorium dei Celestini dal 25 al 28 agosto sarà esposto un campionario variamente assortito delle diverse manifestazioni dei processi del ricamo adottate dalle ricamatrici del territorio. Per tanti versi una scoperta straordinaria di un mondo forse sconosciuto ai più che ha radici profonde nella tradizione culturale più autentica. Un esempio di virtù da additare ai giovani d’oggi.
Michele Apollonio