LIFE LAGO SALSO: più agricoltura nell'oasi

Il primo incontro con gli stakeholder nell’ambito del progetto Life Oasi Lago Salso è servito per fare il punto della situazione sull’intera zona umida situata a pochi chilometri da Manfredonia nel Parco Nazionale del Gargano. All’incontro c’erano tutti, dal presidente della società oasi Lago Salso, Pietro Salcuni, al presidente del Gal Daunofantino, Luca D’Errico, all’Università di Foggia con Massimo Monteleone, al commissario straordinario del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella.Assente, il comune di Manfredonia.

L’argomento in questione era  la ‘multifunzionalità agricola’ come vero e proprio motore strategico per la salvaguardia della biodiversità del Lago Salso. Obiettivo,l’individuazione di linee guida per il miglioramento della gestione dei pascoli, soprattutto per favorire la biodiversità floristica e faunistica, in linea con gli obiettivi di conservazione della Riserva naturale e far emergere, quindi, il ruolo strategico delle attività di conservazione della biodiversità e della sostenibilità ambientale, economica e sociale nell’ambito dei siti Natura 2000.

Ad animare il dibattito ci ha pensato il presidente del Gal Daunofantino Luca D’Errico che ha chiesto a tutti i partner del Life di puntare di più sulle pratiche agricole all’interno dell’oasi. “Non basta solo il turismo naturalistico per rilanciare l’oasi. Non possiamo affidarci solo ai progetti sulla tutela dell’avifauna o sulle visite didattiche all’interno della zona umida. Questa è una azienda di oltre 550 ettari di terreno dove purtroppo non si fa agricoltura. L’obiettivo del Gal è quello di incrementare le coltivazioni per la produzione di prodotti agricoli di qualità. Nei prossimi giorni chiederò di istituire un tavolo tecnico per cercare di capire che futuro avrà l’oasi .L’agricoltura non può essere cancellata per dare spazio solo  all’ambiente e all’avifauna. Se a qualcuno non gli sta bene, il Gal Daunofantino se ne uscirà fuori, perché la nostra missione principale è quella di favorire e incentivare l’agricoltura”.

Dello stesso parere ovviamente non sono gli ambientalisti. Per il Centro Studi Naturalistici di Foggia è intervenuto Maurizio Marrese: “D’Errico forse no sa che l’Oasi lago Salso è diventata l’area umida protetta più importante d’Italia grazie a quanto fatto in termini di tutela dell’ambiente e del ricco patrimonio avifaunistico. I vari progetti Life, le numerose attività didattiche, i progetti di conservazione  e tante altre iniziative in questo ambito hanno fatto si che l’Oasi Lago Salso è diventata il punto di riferimento dei naturalisti italiani ed europei. E poi non dimentichiamoci che solo in questa zona umida si riproducono la cicogna bianca e il gobbo rugginoso, proprio grazie  allo stretto rapporto tra agricoltura e ambiente”. Sull’argomento è intervenuto anche il docente di ecologia agraria dell’università di Foggia, Massimo Monteleone.” Fino ad oggi le vere e uniche occasioni di reddito nell’Oasi Lago Salso sono arrivate esclusivamente dall’ambiente.L’agricoltura può sostenere l’ambiente e viceversa. Per dirla in breve bisognerà investire in agricoltura ma sempre nel contesto ambientale”. Pietro Salcuni, presidente regionale di Coldiretti e responsabile della Società Lago Salso SpA, ammette che l’agricoltura biologica è poco redditizia e che nell’oasi è meglio incrementare i pascoli. “In una zona soggetta a continue calamità atmosferiche, l’agricoltura biologica non funziona. Purtroppo ho l’impressione che da noi il biologico lo si pratica solo quando ci sono i finanziamenti statali. E allora ben vengano i progetti di conservazione, almeno con i Life e con le attività del Centro Studi si riesce a creare un po’ di economia. L’unica cosa che chiediamo è una attenzione più marcata da parte di Comune e Parco del Gargano verso questa area protetta. Non è possibile che il Parco del Gargano in dieci anni non è ancora riuscito a trasmetterci il permesso di fruibilità del centro visite”. E a proposito di centro visite Lago Salso, il presidente del Gal Daunofantino attacca ancora. “E’ vergognoso vedere questo centro visite in completo stato di abbandono. E’ davvero un peccato che in oltre dieci anni nessuno è stato capace di dare una impronta nuova a quello che insieme a tanti altri centri visite del parco sono tutti chiusi e abbandonati”. L’ultimo intervento è stato quello del commissario straordinario del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella. “In questi anni purtroppo si è pensato solo a tagliare nastri e a stappare spumante, senza mai programmare niente e soprattutto senza mai pensare alla gestione. I centri visite del Parco sono tutti chiusi, pur aver preso le redini da pochi giorni sto cercando di sbloccare  le procedure per affidare la gestione solo ed esclusivamente alle realtà del territorio e garantire la fruibilità delle strutture”.