MI RICORDO VACANZE VERDI…

Denso e intenso il convegno “Mi ricordo Vacanze Verdi – prospettive per il rilancio del turismo naturalistico”, tenutosi venerdì 21 settembre 2012 presso la sala convegni del Centro Visite dell’oasi naturalistica Lago Salso a Manfredonia. Il convegno organizzato del Gal Daunofantino per discutere di turismo ecosostenibile, moderato da Saverio Serlenga, ha coinvolto in maniera partecipata tutti i relatori, arrivando a conclusioni si può dire univoche e chiare: senza concertazione e programmazione il territorio stenta a decollare. Apre i lavori Stefano Pecorella, presidente del Parco Nazionale del Gargano, il quale si dice convinto che “Bisogna imparare a lavorare ed investire tutti insieme e nella stessa direzione per evitare sprechi inutili per il territorio”. Fa il punto della situazione sul turismo naturalistico ed ambientale: l’Ente Parco sta lavorando per l’adozione della Carta Europea del Turismo Sostenibile e in merito all’Oasi Lago Salso, spiega Pecorella, “…abbiamo affidato il Centro Visita che svolge attività (sopratutto per bambini) tutto l’anno, firmato un protocollo per l’esportazione di due esemplari di cicogne nidificratici all’Oasi di Orbetello, e ratificato un progetto con l’Enel per la messa in sicurezza di tutti i vecchi tralicci, per evitare la folgorazione e favorire la permanenza delle specie migratorie: l’Oasi Lago Salso è stazione fondamentale per i volatili che vanno a svernare in Africa e ritornano”. In merito alla ricettività il presidente del Parco assicura che si sta tentando un tavolo comune con gli altri enti per discutere strategie opportune: “Invito Gal, Provincia, Comune e società Oasi Lago Salso a ragionare insieme ad un progetto chiaro e con tempi certi sulla conclusione degli investimenti e sulla creazione di occupazione”. E’ vero, dice Pietro Salcuni, presidente di Coldiretti e della società Lago Salso Spa, su quest’area è stato fatto un grande lavoro di recupero ma solo in parte di valorizzazione e fruizione: l’attuale disponibilità di forza lavoro al momento riesce a garantire solo per 130 giorni l’anno di intervento: “Raccolgo l’appello degli altri presenti al tavolo e rilanciamo tutti assieme queste immense risorse di Madre natura, esattamente come avviene in altre zone d’Europa”, è l’appello di Salcuni. Invito raccolto e rilanciato da Michele D’Errico, presidente del Gal Daunofantino, che condivide l’appello all’unità di intenti e la ripropone sia al Parco Nazionale del Gargano che alla società Oasi Lago Salso: si potrebbe subito definire un tavolo comune anche in funzione di migliori interventi in sede di programmazione comunitaria. “Se vogliamo davvero che questa zona spicchi il volo – puntualizza d’Errico – dobbiamo inoltre lavorare seriamente sulle possibilità della diversificazione agricola, in quanto le attività legate al lavoro della terra offrono molteplici funzionalità tutte da cogliere”. Al riguardo D’Errico si augura che la nuova programmazione comunitaria preveda meno cavilli burocratici e amministrativi in modo da consentire una maggiore concertazione circa gli obiettivi ed i destinatari delle singole misure: “Questi interventi devono essere a sostegno dello sviluppo e non un intralcio o motivo di fallimento”.

E sull’argomento interviene anche Alberto Casoria, coordinatore regionale dei Gal pugliesi: “Siamo al cospetto di sfide importanti, perchè siamo alla vigilia della nuova programmazione europea. L’Oasi Lago Salso è un patrimonio immenso, ha tutto il necessario ma attualmente presenta limiti di fruibilità e di commerciabilità. C’è bisogno di un’unione di intenti e di remare tutti nella stessa direzione”. Casoria ribadisce la necessità di mettersi fisicamente intorno ad un tavolo, perchè tutti sono importanti per intraprendere un nuovo percorso che tenga al centro di tutto la persona con le sue esigenze. Riguardo alla nuova programmazione europea, Casoria chiede che l’asse dell’agricoltura venga integrato con quello dello sviluppo rurale: “Non vedo futuro  se attorno a chi decide di rimanere ad investire sulla propria terra, c’è un deserto senza servizi ed opportunità. Tutto viene dalla terra e tutto sta tornando alla terra”. Un grande sforzo è stato fatto nel recuperare e rinaturalizzare quest’area esattamente come la vedevano e vivevano i nostri nonni, ribadisce il responsabile del Centro Studi Naturalistici di Capitanata, Vincenzo Rizzi. Ma, questo posto ha bisogno di essere vissuto dai visitatori, chiarisce Rizzi, e racconta che altre zone europee simili anche se di livello inferiore fanno registrare cifre con parecchi zeri in più rispetto a questa (250mila visitatori contro i 10mila), così come si rilevano più proficue per la forza lavoro ed i servizi legati alla ricettività e l’accoglienza. Ecco, sono queste le sfide che dobbiamo accettare, affrontare e superare per dare un futuro all’Oasi Lago Salso ed al territorio limitrofo. Interessanti, al termine degli interventi istituzionali, le relazioni di Federico Massimo Ceschin, consulente per lo sviluppo turistico della Regione Puglia, e Chiara Tiozzi, esperta dell’area manager della soc. coop. Atlantide. Ceschin chiarisce che il modo di fare turismo e ricettività è cambiato e cambia, ma noi stentiamo ad accorgercene: prima il turista era un’entità considerata per la sua capacità di spesa, adesso deve essere vissuto come un ospite da accogliere al quale proporre esperienze di vita in comune ed un territorio da vivere quotidianamente. La Tiozzi ha raccontato l’esperienza della cooperativa Atlantide di Ravenna, della quale è dirigente, mostrando come una realtà organizzata può intervenire sul territorio e sul sociale gestendo accuratamente un’area naturalistica e produrre ricchezza e lavoro. A concludere la giornata l’intervento dell’assessore al turismo della Provincia di Foggia, Maria Elvira Consiglio, la quale riassumendo i buoni propositi dei relatori chiarisce che l’azione di sviluppo turistico del territorio passa anche per un cambio di mentalità comune da operare tramite strumenti tecnici e culturali, chiarisce che gli standard del turismo attuale devono essere modificati al di là dei soliti criteri improntati sulla consumabilità del territorio e del turista, e che più che parlare di “turismo naturalistico”, in quanto il livello di atropizzazione in Italia non lascia nulla di veramente intatto, sarebbe opportuno muoversi nell’ottica piena del turismo ecosostenibile, sia per l’ambiente che per la persona umana.

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