Pronti al pesce in provetta? Gli Italiani non ci stanno.
Allarme cibo Frankenstein: i primi bastoncini di sostanza ittica coltivata in vitro arrivano dalla Germania ma l’idea non piace agli Italiani.
Dopo la carne arriva il pesce sintetico. La novità è stata divulgata in occasione di un incontro al meeting di Rimini su “la crisi alimentare globale: la persona al centro”. L’azienda BLUE SEAFOOD, dalla Germania, ha infatti prodotto, da cellule staminali in provetta, i primi bastoncini coltivati in vitro. L’azienda promette di ricreare in laboratorio carne di salmone Atlantico, trota iridea e carpa partendo dalle cellule coltivate e arricchite con proteine vegetali.
Questo è un business che attira non solo i tedeschi ma anche Stati Uniti con NOMAD FOODS, proprietario di Findus Italia ha firmato un contratto con la start up californiana BLUENALU per lo studio del lancio del pesce in laboratorio, così come ha attirato l’attenzione di aziende della Corea del Sud.
Gli Italiani, tra i maggiori consumatori di pesce in Europa, non manifestano entusiasmo, non fidandosi delle cose non naturali; nutrendo dubbi sul fatto che il prodotto sia sicuro per la salute e ritenendo che il cibo artificiale non possa avere lo stesso sapore di quello vero.
Ci potrebbe essere il rischio che le multinazionali utilizzino delle strategie di marketing attraverso le quali possono essere modificati gli stili alimentari basati sulla qualità e la tradizione. Le grandi campagne di marketing potrebbero tendere a nascondere i colossali interessi commerciali per esaltare la leggenda della sostenibilità in campo di allevamento e di pesca. Diversi esperti evidenziano inoltre che i composti chimici utilizzati in laboratorio non garantiscono la salute per il consumatore.
(da: Il Pesce)