Trinitapoli in cifre
Superficie: 148,77 km²
Abitanti: 14.562
CAP: 76015
Densità: 97,88 ab./km²

Alle origini di Trinitapoli, vi è la Ecclesia Sancte Trinitatis, citata in una Bolla pontificia del 1186. È una di quelle chiesette rurali sorte nei primi secoli dopo il Mille, quando l’espansione economica e demografica portò ad un maggiore popolamento delle campagne.

La denominazione della Trinità deriva dal fatto che la chiesa sorse in un territorio – denominato locus Trinitatis nelle fonti – appartenente all’abbazia garganica della Trinità di Monte Sacro. Attorno alla chiesa, probabilmente costruita dai benedettini di Monte Sacro, si andò ad aggregare il Casale della Trinità, cioè un borgo rurale, che attinse la denominazione dalla stessa chiesa. Quest’ultima veniva a trovarsi lungo uno di quei tratturi battuti dai pastori transumanti d’Abruzzo, alcuni dei quali cominciarono a stabilirsi definitivamente nel Casale, incrementandone la popolazione. Oltre agli abruzzesi, altre genti andranno a popolare il piccolo borgo.

L’antica e non lontana città di Salpi, d’origine greco-romana e sede vescovile sin dai primordi del cristianesimo, durante il basso medioevo declinò in maniera irreversibile, alimentando un flusso migratorio dei suoi abitanti verso il Casale della Trinità, che da quella città ereditò anche l’arcipretura, allorché la diocesi di Salpi fu soppressa nel 1547.

Le notevoli trasformazioni di carattere socio-economico avutesi nel Sette-Ottocento, come il processo di particolarizzazione fondiaria, il passaggio dalla pastorizia alla cerealicoltura e da questa alla viticoltura, determinarono una crescita demografica ed urbanistica che fece ritenere non più appropriato il nome di Casale; pertanto, nel 1863 si ottenne dal re d’Italia Vittorio Emanuele II di poter mutare il nome di Casaltrinità in quello di Trinitapoli. Nel dialetto locale, comunque, sopravvive l’antico nome di “Casale” e i cittadini vengono chiamati piuttosto “Casalini” che Trinitapolesi. L’ulteriore sviluppo del paese, grazie soprattutto ad un’agricoltura moderna e competitiva (con un predominio della ortofrutticoltura e della viticoltura) e ad un incipiente turismo dovuto alle sue risorse naturalistiche e archeologiche, ha portato il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a conferire a Trinitapoli la qualifica di città.

Uno dei siti archeologici di maggior prestigio per la città di Trinitapoli è il Parco Archeologico di Trinitapoliche comprende due Ipogei: l’Ipogeo dei Bronzi e l’Ipogeo degli Avori.

Gli Ipogei sono importanti strutture scavate nella roccia calcarea per celebrarvi suggestivi riti di carattere propiziatorio, probabilmente collegati alla caccia e alla fertilità del raccolto e in seguito riutilizzati come sepolture collettive. A Trinitapoli, infatti, in ciascuno dei due ipogei sono state rinvenute circa 200 sepolture tra adulti e bambini di entrambi i sessi, inumati in posizione fetale e accompagnati da ricchi corredi funebri. L’architettura ipogeica, che ricorda in qualche modo strutture micenee realizzate in Grecia nello stesso periodo, si basa su precise e complesse norme che si ripetono costantemente, con differenze legate essenzialmente alle dimensioni e alla forma della pianta.